Regione
Lombardia Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale
DGR 2857 22.12.2000
Lo stanziamento " si configura quale intervento innovativo
atto a valorizzare la cura dell'anziano a domicilio da parte del
proprio nucleo familiare ed a limitare o ritardare la necessità
di ricovero in strutture residenziali, offrendo alla famiglia un'ulteriore
opportunità di risposta ai bisogni dalla stessa espressi".
Si tratta quindi di una iniziativa di sostegno economico diretto,
che tuttavia è sperimentale e impone alla Direzione generale
dell'Assessorato "-il monitoraggio complessivo dei profili
qualitativi dell'intervento… - l'attività di elaborazione
e di analisi dei dati propedeutica alla valutazione conclusiva degli
esiti della sperimentazione intrapresa e dei suoi sviluppi operativi".
Il buono, pari a lire 800.000 mensili, è stato assegnato
secondo criteri molto rigidi: l'anziano doveva avere almeno 75 anni,
avere un riconoscimento di invalidità civile del 100%, percepire
l'indennità di accompagnamento", e rientrare in un limite
di reddito familiare. Il buono è stato erogato sperimentalmente
per il periodo Aprile-Dicembre 2001 a circa 7000 famiglie fra le
21.000 circa che hanno presentato domanda. La somma può essere
gestita in completa autonomia dagli assegnatari, che devono identificare
un familiare responsabile dell'assistenza: di particolare interesse,
tuttavia, è la possibilità di rivolgersi a organizzazioni
che forniscano varie forme di assistenza a domicilio e che siano
state accreditate attraverso apposito "patto" con la Regione.
Visto l'eccesso di domande, ogni ASL ha dovuto seguire –come
da delibera- una graduatoria di età decrescente.
Va sottolineato come sia innovativo il concetto di monitoraggio
dell'intervento sperimentale.
Con successiva delibera, la Regione ha poi ritenuto di avvalersi
operativamente del CRISP- Centro di Ricerca Interuniversitario sui
Servizi di Pubblica Utilità alla Persona. Il CRISP ha già
attivato un progetto che prevede una rilevazione complessa e accurata
di variabili socio-sanitarie sia su un campione di assegnatari a
domicilio, sia su un distinto campione –confrontabile per
età e sesso- di residenti in RSA. La scala FIM™ è
stata scelta come indicatore centrale sia della non-autosufficienza
"basale" sia dell'"outcome" complessivo all'atto
di una seconda rilevazione che avverrà a distanza di alcuni
mesi. Cinquanta medici designati da tutte le ASL lombarde per le
rilevazioni hanno già frequentato l'apposito Corso di accreditamento.